
In questo articolo parliamo del sanscrito, lingua arcaica appartenente alla famiglia delle lingue indoeuropee e nata nella culla della civiltà indiana.
Il termine “sanscrito” deriva da saṃskṛtam ( संस्कृतम् ) che significa “perfezionato”. Si tratta della lingua in cui sono stati scritti gli antichi testi sacri chiamati Veda , i poemi epici come Mahabharata e Ramayana, è la lingua dello yoga, dei mantra, delle celebrazioni, è la lingua dei rishi, gli antichi saggi indiani.
In India il sanscrito è la lingua da cui si è sviluppato il più moderno hindi, lingua ufficiale indiana, così come, per comparazione, il greco e il latino sono all’origine dell’italiano. Oggigiorno il sanscrito sopravvive soltanto come lingua usata nel rito induista dai brahmani, i sacerdoti.
Con una sintassi e una fonetica ben codificate, il sanscrito è ritenuta, non solo la lingua degli dei, ma anche la lingua più antica del mondo diffusasi più di 5000 anni fa. Il suo alfabeto è chiamato devangari e comprende una cinquantina di segni fondamentali. Nella sua grammatica possiede otto casi nella declinazione (due in più rispetto al latino) ed è dotata di una stupefacente ricchezza e complessità
Chi pratica la disciplina dello yoga e chi recita mantra o canta i kirtan sa bene che la lingua sanscrita ha un’azione notevole sul corpo e sulla mente. Grazie alle sue vibrazioni il turbinio dei pensieri si calma, tutto diviene più armonioso dentro e fuori di noi, il corpo si rilassa e il respiro diventa più profondo.
“I suoni sanscrito emanano da cinque diverse posizioni della bocca che esistono sul palato. Queste cinque posizioni corrispondono a diversi punti del cervello e/o del corpo, il che ne amplifica esponenzialmente la potenza. In altre parole, come si dice, per esempio, il suono “A”, non si dice solo “A” senza pensare. Dite il suono e se fate attenzione potete sentire il contatto del prana sul retro della gola, le corde vocali si sfregano insieme creando una leggera frizione e la vibrazione dell’energia sonora che sale verso la parte anteriore del viso, la corona della testa e poi si estende fino al cuore. Tutto questo processo culmina insieme per creare una sorta di dialogo interiore dell’anima tra la mente e il cuore.”*
Il sanscrito è ancora vivo anche nella nostra lingua, riportiamo qualche esempio:
- Famiglia, stirpe: sanscrito janas greco γένος, latino genus (esempio: “genocidio)
- Madre: sanscrito mātā , latino mater
- Serpente: sanscrito sarpa, latino serpens
- Bandana (foulard in testa): sanscrito bandh (legare, stringere)
Tanti sono stati, sono e saranno gli esperti che, affascinati da questa lingua orientale, ne approfondiscono il suo studio offrendoci un curioso stupore e la consapevolezza che attraverso la conoscenza di una lingua riusciamo a comprendere anche la civiltà che la utilizza, la sua cultura, le tradizioni, il modo di vivere, usi e costumi di un popolo.
*Fonte: “Le vibrazioni del sanscrito: una lingua arcaica che si proietta nel futuro”, sito web: crono.news, 2020