
Il valore degli alberi è stato riconosciuto fin dall’antichità, infatti l’uomo riteneva che gli alberi fossero custodi di antiche saggezze, alcuni erano considerati addirittura sacri.
In particolare in India, dove ancora oggi esistono da millenni rituali che venerano piante ed erbe, alcuni alberi sono ritenuti tradizionalmente sacri
Quali sono?
Vediamone insieme tre!
IL BANIANO
Diffuso in tutto il sub-continente indiano, il suo nome botanico è Ficus Benghalensis ed è spettacolare in quanto sviluppa radici aeree che diventano veri e propri tronchi quando toccano il suolo, tanto che in sanscrito è detto Nyagrodha o Bahupada, che significa “dai molti piedi”. Per questo suo espandersi dalla terra al cielo e dal cielo alla terra, simboleggia la vita eterna e la rinascita, quindi, è di buon augurio per chi intraprende una nuova strada. Il baniano, chiamato anche “albero di Banyan”, nel pieno della sua vita, è monumentale ed è quello che si estende di più al mondo. Il più antico esemplare vivente attualmente si trova nella regione indiana dell’Andhra Pradesh. Inoltre, durante la lotta indiana per l’indipendenza dalla Gran Bretagna, gli inglesi impiccarono centinaia su alberi di Banyan. L’India indipendente ha reso il Banyan il suo albero nazionale. Nel Matsya Purana, il Ficus benghalensis è identificato con il mitologico Kalpavriksha o Kalpataru, o albero dei desideri, un albero in grado di concedere a chi lo prega cibo e bevande, vestiti ed ornamenti, regali vari, figli e perfino una bella moglie o marito. Si dice che le foglie di questa pianta siano il giaciglio del dio Krishna. Infine, se una casa o un tempio sorgono vicino ad un baniano, essi sono sotto la sua protezione.
PIPAL
L’albero di Pipal in India è considerato sacro in assoluto, non a caso il suo nome botanico è Ficus Religiosa e nei testi antichi Upanishad, si racconta che esso sia il creatore del mondo, ossia l’albero cosmico. Quanti di noi conoscono il Pipal senza saperlo? Molti artisti amano utilizzare come supporto per le loro opere proprio una foglia, la cui forma ricorda un cuore, di questa pianta. Il Pipal viene venerato fin dai tempi vedici e per gli induisti rappresentano le tre divinità (trimurti) che incarnano le funzioni principali del cosmo: Brahma (creatore – le radici), Vishnu (conservatore – il tronco), Shiva (distruttore – le foglie). Esistono tanti rituali che si compiono attorno a questo albero dall’aura sacra, ad esempio le donne girano intorno ad esso per chiedere fertilità o longevità per i mariti. Meravigliosi sono i dipinti tradizionali creati in India sulle foglie di questa pianta sacra.
Fu importante anche per il Buddismo perché proprio sotto ad un albero di Pipal, Buddha ebbe l’illuminazione, ecco che questo essere vegetale viene anche chiamato Bodhi. “Inoltre, nella medicina ayurvedica l’albero di Pipal sembra possedere innumerevoli benefici per la nostra salute, fra cui:
· Asma, la corteccia e i frutti vengono fatti essiccare. Il risultato è una polvere che va assunta tre volte al giorno per alleviare i sintomi asmatici.
· Disturbi gastro-intestinali, le foglie di pipal sono un antitodo magico contro queste patologie.
· Morsi di serpenti, grazie al fatto che l’estratto delle foglie purifica il sangue nel corpo umano, se si usa questo estratto dopo un morso di serpente, il veleno abbandonerà rapidamente il nostro corpo.” (fonte web: MyIndia)
ALBERO DELLE RUDRAKSHA
Il suo nome è Elaeocarpus ganitrus ed è un sempreverde i cui semi sono noti per la composizione delle collane da preghiera e meditazione, i mala. Questo albero è considerato sacro e nutre grande rispetto in India. L’estrazione dei semi, rugosi e con diverse facce (mukhi), richiede una lunga lavorazione e, secondo la tradizione, più sono grandi e maggiore è il loro pregio. Rudraksha significa “gocce di Rudra” e simboleggiano le lacrime del dio Shiva.
I mala formati da 108 di questi semi, fin dall’antichità, sono indossati da Guru, rishi, maestri, santi, principi e, al giorno d’oggi ogni insegnante di Yoga e meditazione indossa o custodisce un mala di rudraksha, comunemente impiegato per la recitazione dei mantra.
In Ayurveda questa pianta ha proprietà medicinali e si utilizzano corteccia, foglie e parte esteriore del frutto per febbre, mal di testa e disturbi dermatologici. Non solo, si ritiene doni energia e potenzi la memoria. Molti benefici sono descritti nelle antiche scritture quali: Shiva Purana, la Rudraksha Jabalopanishad e lo Shrimad Devi Bhagwatam. Ed è proprio dal testo Shiva Purana che proviene l’aspetto mitologico e simbolico di questi semi: si narra che Shiva, dispiaciuto per gli dei che creavano e distruggevano gli essere umani recando loro un ciclo di sofferenza, iniziò a piangere e le sue lacrime caddero sulla Terra. Da questo episodio nacque questo albero sacro, i cui semi sono, appunto, le lacrime che rappresentano la compassione di Shiva e il suo desiderio di alleviare le sofferenze dell’umanità.
La nostra azienda importa dall’India collane e braccialetti originali di rudraksha di ogni dimensione. Clicca QUI per scoprirli!